Milano. Alcuni oggetti appartenuti alla lista di beni che la mia famiglia aveva portato con sé nel 1957, emigrando dall’Unione Sovietica in Italia, fra questi una fotografia del 1919 che ritrae la casa in cui era nato mio nonno. Nel villaggio di Jamna, in Ucraina, una vasta area inaccessibile, sorvegliata da guardie armate. Al suo interno, tra i palazzi di un sanatorio abbandonato, s’intravede una vecchia casa in legno, del tutto somigliante a quella appartenuta alla mia famiglia. Man mano che i tentativi di eludere i controlli falliscono, uno dopo l’altro, a loro volta gli abitanti della valle si trovano impigliati nei vuoti e nelle incongruenze di una memoria collettiva, spesso parziale ed inesatta. L’aiuto di due di loro si rivelerà cruciale: Petro, l’anziano partigiano e Yura il tassista. Le confessioni faranno luce sulle sorti della casa poco prima che l’intero paese venga sepolto dal silenzio.
Milan. Few objects belonging to the list of goods that my family carried out of the Soviet Union in 1957, while emigrating to Italy, and a 1919 photography portraying the house where my grandfather was born. In the village of Jamna, in Ukraine, a vast inaccessible area, patrolled by armed guardians. Inside there are few buildings of an abandoned sanatorium and an old wooden house, which looks exactly like the one owned by my family. While the attempts to enter the area fail one after the other, the inhabitants of the village will be entangled in the voids of their collective memory. The help of two of them will be crucial: Petro, the oldest partisan of the area, and Yura, the taxi-driver. The confessions will shed light on the fate of the house, just before the whole village will be buried again in its silent secrets.